“Romy, come faccio a insegnare al mio coniglio a NON rosicchiare i cavi elettrici?”
“Romy, come insegno alla mia coniglia che NON deve mangiare le tende?”
“Ehy, Romy, come faccio a far capire al mio coniglio che NON deve fare i suoi bisogni in giro per casa?”
Sono solo tre esempi di domande comunissime che ricevo via mail da chi mi segue qui sul sitlog o su Facebook, sia nel Gruppo di Addestrare Conigli che sulla pagina.
Spesso ho la risposta pronta quando qualcuno mi chiede come educare il proprio coniglio a fare i bisogni nella lettiera, come insegnargli a venire quando lo chiama, come addestrarlo a fare qualche gioco particolare. Il clicker training si rivela spesso e volentieri (perché è efficace e divertente) il metodo migliore per insegnare al coniglio a fare qualcosa.
Purtroppo le cose si complicano un po’ quando il problema è insegnargli a NON fare qualcosa. Questo perché il clicker training è una tecnica che si basa sul rinforzo positivo: ciò significa che il punto di partenza è qualcosa che l’animale sa già fare, magari per sua natura, o che compie in maniera del tutto spontanea e questo qualcosa è un comportamento positivo, che all’umano sta bene e che pertanto merita di essere ripetuto.
Il clicker serve infatti a marcare un comportamento o un’azione corretta (vedi anche il metodo del clicker training).
Da questo concetto deriva quindi l‘impossibilità di usare il clicker per marcare, al contrario, un comportamento o un’azione negativa, scorretta.
Ma allora come si può risolvere il problema? Come si insegna al coniglio a NON fare qualcosa? Come fargli capire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato?
Innanzi tutto è bene che tu sappia che spessissimo la causa di comportamenti “distruttivi”, come rosicchiare in continuazione, mordere o sporcare in giro per casa non è la cattiva educazione, ma semplicemente la natura lapina: intorno ai 4-6 mesi i conigli maturano sessualmente e i comportamenti tipici della tempesta ormonale che li travolge sono proprio quelli che a noi umani danno più noia e riguardano per l’appunto il marcare il territorio o dare segni di “aggressività” più o meno significativi.
Queste problematiche sono solitamente le principali cause di abbandono dell’animale, perché gli umani non sanno che basterebbe la sterilizzazione (utile per maschi e fortemente raccomandata per le femmine) a ridurre i fenomeni negativi o addirittura ad eliminarli e risolverli completamente.
Per alcune circostanze (per esempio quando il coniglio ti gira intorno alle gambe mordicchiandoti le caviglie o quando rosicchia il tuo tappeto preferito, ma non lo fa abitualmente) può essere sufficiente pronunciare un NO secco, con un tono di voce un po’ più alto del solito, in modo fermo e deciso, quasi come a dire: “E’ NO e basta. Non ci sono altre alternative!”. Un rinforzo in più può venire dalla postura: oltre al NO, può essere utile mettersi a circa un metro di distanza dal coniglio, in posizione eretta, con le gambe leggermente divaricate, le braccia piegate e appoggiate in vita o alzando l’indice di una mano.
Per le problematiche più gravi e dannose (per noi umani, perché per il coniglio si tratta di comportamenti normalissimi) come il rosicchiare, il mordicchiare, l’esuberanza e via dicendo, che permangono anche dopo la sterilizzazione (o sopraggiungono dopo essa) e che pertanto si rivelano non un problema ormonale, bensì una caratteristica caratteriale, la soluzione può venire da quello che io chiamo il principio di esclusione.
Se il clicker training premia i comportamenti positivi e se l’umano è attento, costante e coerente nel premiare TUTTE (attenzione: TUTTE!!!) le azioni corrette, la diretta conseguenza è che, nel momento in cui il coniglio per una certa azione non sente il click e non riceve alcun premio, l’animale imparerà che quell’azione non merita di essere ripetuta, non porta ad alcun risultato utile per lui.
Così facendo diminuirà la frequenza con cui ripeteva il comportamento errato a favore della ripetizione dei comportamenti positivi, che generano una conseguenza per lui sperata: l’ottenimento del click e del premio.
Naturalmente questo processo non è semplice, né immediato quanto quello di insegnare al coniglio a fare qualcosa, ma è altrettanto possibile e spesso porta a dei buoni risultati.
In pratica funziona un po’ da “distrazione“, da “diversivo” per il coniglio: ci concentriamo con lui su ciò che funziona, per eliminare ciò che non funziona.
Questo “metodo” richiede certamente un grosso impegno da parte tua, un dispendio notevole di tempo, energie e soprattutto pazienza, ma, come anticipavo poco sopra, i risultati che potrai ottenere sono buoni e abbastanza duraturi.
Dovrai passare con il coniglio tutto il tempo possibile, fare con lui praticamente tutto e seguirlo nelle sue attività e nei suoi tempi. Clicca e premialo quando si sdraia, quando si alza, quando fa l’omino, quando si pulisce il musino, quando entra nella lettiera, quando entra nella gabbia, quando esce, quando mangia, quando ti lecca, quando ti segue, quando ti guarda, quando ti sfiora con tenerezza, quando resta fermo invece di seguirti (se la circostanza lo richiede) e via dicendo. Clicca e premialo praticamente per qualsiasi azione sia meritevole e degna di essere replicata, perché la ritieni positiva.
Inoltre, cerca di coinvolgerlo il più possibile nella vita quotidiana, nella vita domestica, nelle faccende di casa: mentre cucini, lascia che ti giri intorno alle gambe o faccia l’omino vicino a te e allungagli un pezzettino di zucchina o di peperone (o qualsiasi cosa possa mangiare); mentre rifai il letto, prova a trasformare un momento di noiosa routine in una specie di gioco: appoggiagli un cuscino vicino in modo che interagisca con esso; fatti seguire da una stanza all’altra e così via.
Un’ultimo suggerimento: le regole per trasformare la casa da ottima per gli umani a eccellente per il coniglio sono sempre da osservare e semplificano in molte situazioni la gestione di un coniglio caratterialmente “difficile”.
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In questo modo mi aiuterai a diffondere la conoscenza di questo simpatico e tenero animale e di come si gestisce e – chissà? – magari anche a scongiurare qualche abbandono.
Buon Clicker Training!
Ripetendogli spesso il suo nome in modo che per lui “Jerry” sia un suono ben chiaro che gli fa capire che quello è il suo nome e premiandolo ogni volta che ti si avvicina, anche se non lo chiami.
Quando ti si avvicina da solo, tu digli: “bravo Jerry” e offrigli un premietto in pellet (o altro di consentito) e vedrai che in poco tempo capirà che quando lo chiami riceve un premio e quindi avrà piacere a venirti incontro.
Dopo un po’ di volte che ti viene incontro però proponigli anche qualche attività interessante: un giochino o una coccola. Così nel tempo capirà che sei una compagna interessante per lui e avrà piacere a fare le cose con te.
Ciao Romy…come insegno al mio coniglietto di 3 mesi Jerry a venire da me quando lo chiamo?
Ciao Romy, la mia coniglietta mi sta facendo esasperare; la amo da morire ma non mi ubbidisce minimamente.
Ha imparato ad usare la lettiera ma ha comportamenti totalmente contrastanti per una coniglia sterilizzata. Possiamo parlarne su una mail diretta?
Ti auguro una buona giornata
Mary