Nov 252012
 

Ci risiamo: le cattive notizie non finiscono mai! Come la cattiva educazione

Qualche sera fa, esco a cena per festeggiare il ritrovamento di un coniglietto che era scappato di casa.
Mi ritrovo con la mia socia e amica,  la padrona del coniglio, una sua amica e  l’angelo che ha tratto in salvo e ospitato il coniglietto per diversi giorni fino alla restituzione alla legittima proprietaria.

Serata piacevolissima, fino a quando ascolto il racconto della salvatrice del peloso, che riguarda un cane e la sua sorte: tipica situazione che porta l’animale dalla padella alla brace (per fortuna non nel senso letterale).

Il cane viene accolto da una famiglia. Non si sa perché, non si sa per come, tempo qualche settimana, la famiglia non lo vuole più. Un’altra famiglia lo prende con sé. Il cane si dimostra aggressivo (non si conoscono i suoi trascorsi), abbaia in continuazione, viene tenuto in giardino legato a una catena con ciotole di cibo e acqua distanti che quasi fa fatica ad arrivarci a causa della catena (chissà come mai non la smette di abbaiare ed è aggressivo?!).
I vicini cominciano a lamentarsi e la nostra amica comincia a sentire voci e frasi del tipo: “se non lo fanno smettere, un giorno o l’altro lo faccio fuori!“, “se non gli insegnano a comportarsi, gli butto in giardino qualche polpetta avvelenata“, “dovrebbero darlo via perché non se ne può più! Non siamo più in pace!“.
Non potendo fare un processo alle intenzioni, la nostra amica, di animo gentile, cuore grande e soprattutto tanto buon senso, pensa che sia una buona idea far due chiacchiere coi proprietari del cane.
Va da loro, gli spiega la situazione e spera che con intelligenza possano trovare una soluzione per il cane, prima che qualcuno glielo faccia sparire.

I padroni si dimostrano ragionevoli e disponibili. Dal giorno successivo e per alcuni giorni, il cane non si sente più. Nessun abbaio, la catena sciolta in giardino, le ciotole… sparite. Anche il cane è sparito.
La nostra amica allora si chiede cosa possa essere cambiato e dove sia finito il cane e scopre che è stato rinchiuso in garage e non viene più fatto uscire.
Il vicinato sarà pure contento, ma il cane è praticamente in prigione sottoterra.

Per amore del peloso a 4 zampe, la nostra amica fa una proposta ai proprietari del cane: dice loro che una ragazza che conosce (che lavora in una struttura che accoglie cani abbandonati) è disposta a prenderlo, se per loro va bene, perché non è appropriato per lui restare in garage.

Risposta dei proprietari: “Fantastico! Che venga subito, perché noi non sappiamo più come gestirlo e, o troviamo qualcuno che lo voglia, o gli tiriamo una bella schioppettata!“. emoticon-paura

La ragazza viene a prendere il cane e da lì comincia per lui lo “sballottamento”: viene affidato ad altre tre famiglie che lo tengono per qualche settimana o qualche mese e poi lo riportano indietro perché è ingestibile, aggressivo, con un sacco di problemi comportamentali.

Ad oggi, il cane è ancora in cerca di una sistemazione stabile e duratura.

Perché ti ho raccontato questo aneddoto?

Perché non è diverso da quel che accade ai conigli, ogni santo giorno, con la differenza che loro dalla padella alla brace ci finiscono sul serio!

Una persona, proprio in questi giorni, mi ha scritto con dispiacere che i genitori, arrabbiati perché il coniglio fa pipi e palline fuori dalla gabbia, hanno stabilito che il peloso deve stare chiuso in gabbia. Pur di non rinchiuderlo, questa persona decide di darlo a qualche associazione o a qualche altra famiglia che si prenda cura di lui.

Il coniglio non è sterilizzato, ma la sterilizzazione non è contemplata tra le soluzioni possibili, per “questioni di principio“. Tanto meglio disfarsene, risparmiare i soldi ed eventualmente prenderne un altro, nella speranza che si comporti bene, no?

Altro caso che mi è capitato di recente: appartamento di media grandezza in città. Famiglia composta da mamma, papà, due figli (situazione mediamente diffusa) e una coniglia femmina. I genitori lavorano da mattina a sera; i figli vanno a scuola al mattino e sono a casa il pomeriggio. Mi contatta la madre, disperata, perché i figli, tornati da scuola, riscaldano qualcosa nel microonde, fanno i compiti, studiacchiano e poi si perdono nelle navigazioni su Facebook.
La coniglia sta chiusa in gabbia al mattino, perché in casa non c’è nessuno, e viene lasciata libera il pomeriggio, quando i ragazzi sono a casa e possono “vigilare su ciò che fa”.
La famiglia non si capacita del perché, pur passando tanto tempo in libertà, la coniglietta rosicchi di tutto, dai cavi elettrici, ai mobili, ai vestiti e alle scarpe.
Impossibile continuare così! Soluzione: “Dobbiamo dare via la coniglietta. E non sai con quale dispiacere, perché è proprio una di famiglia!” emotico-sarcastico

Giusto per finire (in questa occasione, ma non credere che non avrei una valanga di altri casi), immagina una grande famiglia che vive in campagna. I nonni regalano un coniglio al nipote. Spazi ampi, recinto coperto e dotato di ogni confort lapino. Di giorno il coniglio sta nel suo recinto con i suoi giochi e passatempi e di notte si trasforma in criminale e vandalo: scava una bellissima buca (si diverte un sacco a farlo!) e, saltellando, giunge all’orto coltivato dove trova zucche, finocchi, insalatine, cavoli e broccoli, spinaci e altre verdure. Quando il nonno se ne accorge, lo sgrida e ricopre la buca.
Il coniglio però non è mica scemo (sono gli umani che li sottovalutano!): qualche notte dopo, scava un’altra bella buca (in un punto diverso dal primo per giunta!) e ritorna a far visita all’orticello 😉
Il nonno se ne accorge e comunica al nipote e ai suoi genitori che se succede un’altra volta lo fa in padella!
Per carità! Il recinto viene interrato, le buche coperte di nuovo e figuriamoci se può succedere qualcosa. Per giorni e giorni non succede nulla infatti, ma una notte, il nostro amico, che ha tempo da spendere, inventiva da incanalare e dentoni possenti, attacca la rete del recinto, apre un bel buco e si dirige all’orto.
…Ti basti sapere che il nonno è stato di parola.

Momento (di sfogo) di riflessione personale:

Com’è possibile che sia così facile decidere di prendere un animale in casa ed  altrettanto facile disfarsene (in un modo o in un altro)?

Perché alcune persone hanno completamente perso il buon senso, la responsabilità per la vita?
Nel 95% dei casi, queste persone hanno figli e/o nipoti. Cosa potranno mai insegnare alle generazioni che stanno crescendo e allevando? Che tipo di uomini e di donne diventeranno i loro figli?

Perché i genitori che mi scrivono rammaricati, costernati o addirittura afflitti per la decisione di dover dare il proprio coniglio a qualcun altro perché non sanno come gestire i suoi guai non si chiedono cosa potrebbero fare loro per il coniglio, per farlo stare meglio, per offrirgli maggiore benessere, che con ogni probabilità risolverebbe buona parte dei problemi comportamentali (se non tutti)?

Perché quegli stessi genitori che con tanta faciloneria e tanta superficialità si disfano dei conigli “cattivi“, non fanno altrettanto con i propri figli “cattivi”?

Perché quelle persone hanno dei figli che non sanno come gestire, che rispondono male, si comportano male, sono maleducati e dispettosi, scontrosi e supponenti, arroganti e sempre arrabbiati e non le sfiora nemmeno il pensiero di cambiare la serratura di casa, lasciarli fuori o affidarli a qualche assistente sociale o a qualche altra famiglia?

Lo so, lo so, l’ho detto poc’anzi: si tratta per lo più di uno sfogo, di una provocazione. Metto le mani avanti, prima che qualcuno gridi all’eresia, alla blasfemia, perché non si può mica paragonare la vita animale alla vita umana!

emotico-diavoloMa non ho finito con queste mie provocazioni e la prossima volta sarò ancora più indisponente e sacrilega!

Fammi sapere cosa ne pensi di queste mie riflessioni, lascia pure un commento qua sotto oppure scrivimi una mail.

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Alla prossima eresia 😉

 

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  55 Responses to “Dalla padella alla brace”

Comments (55)
  1. David, concordo con te sul fatto che i vicini avevano ben ragione di lamentarsi! Anche io mi lamenterei se ogni santo giorno ci fosse un cane che abbaia costantemente, così come mi lamento se sento continuamente piangere i bimbi che vivono nell’appartamento di sopra, o se tra le 22:00 e le 8:00 la gente si mette a segare mobili, fare buchi nel muro col trapano e piantare chiodi nel muro.
    Il punto è un altro: PERCHE’? Cosa spinge il cane ad abbaiare costantemente? PERCHE’ i bimbi non fanno che urlare e piangere tutto il giorno?
    Forse stanno solo comunicando qualcosa e forse nell’unico modo che gli è sempre stato permesso o che gli è stato insegnato.
    Allora, sarebbe bene provare a lavorare sulle cause che portano a questi comportamenti, invece di abbandonare gli animali e accontentare in tutto i figli, pur non sentirli più.
    (Ho usato l’esempio dei figli perché, insieme a quello degli animali, è il mondo che mi è più vicino, per una serie di ragioni)
    L’autrice del post – che sono io – non ha figli e nemmeno li vuole! E qui è il punto! Ci sono infinite ragioni (più un pezzettino) perché non voglio figli miei. E’ una mia scelta ed è indiscutibile, esattamente come la scelta di moltissime persone di non volere animali in casa, ma io non posso tollerare (so essere tanto gentile e pacata quanto intollerante e intransigente) che chi SCEGLIE di avere un animale (come un figlio) poi non faccia di tutto e anche di più per garantirgli il benessere che merita. Perché non l’ha chiesto l’animale di essere scelto e perché non l’ha chiesto un figlio di venire al mondo.

  2. Rossana, come ringraziarti delle splendide parole che hai usato nei miei confronti?
    Ti abbraccio e ti ringrazio con commozione @^_^@

  3. Mi dispiace molto per l’esperienza che hai vissuto (oltre che per il povero cane) e posso immaginare come ti sei sentita.
    Io posso anche accettare che non tutti siamo portati per gli animali, che non tutti siamo obbligati ad averli in casa, che non tutti siamo in grado di provare empatia per qualcun altro. Quello che mi sconvolge è l’abitudine (come suggerisce Cate) a prendere decisioni che coinvolgono qualcun’altro con tanta leggerezza, senza ponderare bene i pro e i contro, senza pensare alle conseguenze che ogni decisione avrà sull’altro essere. Questo mi ferisce e soprattutto mi prosciuga.

  4. Forse,anzi, il problema nasce dal paragonare la vita si un cane-gatto-coniglio a un bambino.
    Presumo che autore dell’articolo non ne ha.
    Non penso che ci siano molti cani acquistati a 1000-1500€ abbandonati per strada.
    Al contrario se si continua a fare spot che tutti i “cani sono buoni”, con “amore si ottiene tutto”, una palese menzogna che chi ne ha allevati potrà facilmente spiegare, si finisce per far adottare cani “a caso”e gratis…
    Ci sono associazioni che gratis permettono di adottare cani ma dopo attenti controlli (sul futuro padrone) e spiegando bene ogni sfaccettatura di carattere del cane.
    Nel suo piccolo il coniglio segue la stessa strada.
    Anche se non ha sicuramente la capacita di stare dalle due alle quattro di notte ad abbaiare, come m’è capitato di sentire, alla faccia di vogliamoci tutti bene. Una settimana così farebbe impazzire Gandhi.

  5. Hai perfettamente ragione. Poveri animaletti, sono cosi’ carini e fanno un sacco di compagnia.
    Anche io ho una coniglietta “Simick” e fa’ le cacche da tutte le parti, non so come fare a farla smettere ma, pazienza, me le raccolgo tutte e le butto via.
    ciao ciao a presto

  6. Nel nostro piccolo, sperando che tanti piccoli diventino un grande… 🙂

  7. Purtroppo Claudia, la regola del profitto batte tutte le altre. Cosa importa a un proprietario di spiegare che i semi fanno male ai coniglietti perché sono cibo per roditori? D’altra parte, nemmeno sanno che i conigli non sono roditori, quindi che aspettarsi?
    “Ma è quello che la gente vuole” ti rispondono.
    Beh, tu prova a dare alla gente qualcos’altro, per prima cose le giuste informazioni, e poi ne riparliamo.
    Invece di vendere le gabbie e trarre profitto da quelle vendite, perché non provi a vendere del fieno biologico?
    Ci sono produttori che fanno grande attenzione a ciò che producono. Dalla Grana, con i suoi prodotti Pincky, è uno di questi. Nella provincia di Brescia, dove vivo io, ci fosse un solo negozio che tiene e commercia i suoi prodotti! “Non c’è mercato” mi dicono tutti.
    E per forza! Finché la gente ha da poter scegliere tra un sacchetto di Pincky che costa magari 8 € e un pacchetto di snack ai grani e cereali che costa 3 € anche io sceglierei il più economico!
    Steve Jobs insegna: “La gente non sa quello che vuole, finché non glielo fai capire tu.” E’ ovvio che finché viene propinata “spazzatura” verrà acquistata spazzatura…
    Il punto non è tanto da che parte stanno gli interessi, se dalla parte del profitto o del benessere degli animali, ma cercare di trarre il massimo profitto garantendo il massimo benessere per gli animali!

  8. cara romy, ciò che manca é proprio il senso di responsabilità nei confronti di queste piccole anime e che bisogmerebbe insegnare ai ns figli, anche se non posso prprio paragonare l’amore x mia figlia, che é sacro,a quello per bubu, la mia coniglietta. comunque capisco ciò che vuoi dire. colgo l’occasione x chiederti un consiglio, se posso. bubu rosicchia le zampe di un mobile in salotto. c’é un modo per distrarla?se le compro qualcos’altro da rosicchiare,funzionerá?grazie deb

  9. Nelle scuole elementari dovrebbero invitare Volontari di associazioni animaliste per spiegare ai bambini tante cose sugli animali domestici, per cominciare a responsabilizzarli nei confronti di tutti gli esseri viventi che potrebbero volere in casa.
    Inoltre dovrebbe essere obbligatorio che in tutti i negozi di animali/garden ecc i venditori spiegassero molto bene l'”a,b,c ..d” della gestione dei piccoli animali e non si limitassero a piazzare gabbie e mangimi inadatti solo per fare cassa.

  10. “Perché quelle persone hanno dei figli che non sanno come gestire, che rispondono male, si comportano male, sono maleducati e dispettosi, scontrosi e supponenti, arroganti e sempre arrabbiati e non le sfiora nemmeno il pensiero di cambiare la serratura di casa, lasciarli fuori o affidarli a qualche assistente sociale o a qualche altra famiglia?”

    Forse perchè, chi ha la sventura di conoscerle, cotante perle, (sia i genitori che figli) fantastica sulle loro punizioni: tanto rancore (ragionevolmente portato) acuisce “in nome della sopravvivenza” il loro reciproco spirito protettivo.

    Scherzi a parte, si vive con superficialità, accondiscendendo senza riguardo e con totalitaria fiducia a tutte le menzogne che i media ci propinano.

    Tra queste, la faciloneria di sentimenti ridicoli e preconfezionati: si è disposti a piangere per i vacui drammi dei protagonisti di un reality, e poi abbandonare un cane vecchio, compagno di vita da decenni, sul bordo di una strada, volgendo occhi, mente e cuore, altrove.

    La strumentalizzazione dei nostri sentimenti andrebbe da noi bloccata pensando di più, prima di agire, anche al costo di dover rinunciare a qualcosa negandocelo, in ragione di un intelligente buon senso.

    La consapevolezza dell’essere pensante fa si che la definizione che ci distingue sia “Homo Sapiens”. Simili racconti fanno però immaginare ad un regresso pericoloso (di alcuni di noi) tali da riportarli alle originarie “scimmie antropomorfe” dalle quali discendono.

    Si salvi chi può!

  11. Brava! Non dico cosa vorrei fare a quelle persone ma lascio spazio alla vostra immaginazione!

  12. Sono daccordo, è comprensibile la rabbia.

    Malauguratamente molte persone vivono in uno stato di condizionamento mentale sconnesso dalla realtà, dai principi, dalle responsabilità. E’ poco dissimile dalla mentalità iperconsumista (una cosa non mi soddisfa? bene me ne disfo e ne compro un’altra, e se poi non mi piace neppure quella, la butto nella spazzatura e via con un’altra).

    E’ abominevole, eppure non è malvagità ma una vera e propria diseducazione endemica, molti hanno perso di vista il senso delle cose, non considerano gli animali di casa come esseri viventi ma come graziosi ammenicoli fintanto che non disturbano la routine, quando lo fanno non si interrogano più di tanto ne si sforzano di comprenderli, se ne sbarazzano e ne comprano un altro.

    Dall’altra parte invece vi sono molte persone che riescono a dialogare con gli animali, cercano di comprendere il perchè di alcuni comportamenti ed empatizzare con loro per migliorare i rapporti, e sarebbe stupefacente per quella tipologia di persone di cui ti lamenti nel post, scoprire quanto è facile e fruttuoso cercare di creare un feeling con un animale, coniglio o cane o gatto che esso sia, si scopre che anche loro tentano disperatamente di comunicare con noi i loro desideri, ricercare le nostre attenzioni ed è anche possibile insegnar loro i mezzi migliori per comunicare con noi.

    Dopotutto non è molto diverso il comportamento da “vandalo” che un animale può tenere in alcuni casi rispetto a quello che un bambino piccolo tiene, facendo dispetti, imbrattando muri o rovinando la nostra roba per attirare attenzioni e richiamarci al dialogo. Nessuno si sognerebbe di massacrare il bimbo di botte, incatenarlo o rinchiuderlo o traumatizzarlo in altri modi, non va bene neppure ignorarlo o rifilargli qualche “arma di distrazione di massa” (computer, giochi, tv, cibi spazzatura) tanto per rimbambirlo e distrarlo quanto basta per non romperci le scatole. Lo stesso vale per gli animali, farlo a loro è sbagliato quanto farlo coi prori figli, si usa violenza su un esser evivente e non impererà mai nulla, al massimo peggiorerà, mentre sia con i bimbi che con gli animali da compagnia è ben più proficuo instaurare un dialogo e capire i loro motivi.

    I problemi si risolvono affrontandoli non sbarazzandosene o nascondendoli sotto il tappeto.

    Saluti!

  13. In realtà credo che sia questione di abitudini (pessime abitudini).

    E’ abitudine comprare animali, nonostante ce ne siano milioni da adottare.
    E’ abitudine darli via, nonostante soffrano.
    E’ abitudine rinchiuderli o legarli, nonostante necessitino di spazio.
    E’ abitudine mangiarli, nonostante si viva bene e meglio senza alimenti animali.
    E’ abitudine andare al circo, nonostante si sappia che gli animali vengono torturati.
    E’ abitudine vestirsi di lana, nonostante ci siano prodotti che scaldano uguali.

    E mille altre cose dal superare i limiti di velocità, al non pretendere gli scontrini, al saltare la fila alla posta…

    Ci sono cose veramente deplorevoli che facciamo quotidianamente ma che “visto che lo fanno tutti” continuiamo a fare.
    Nel nostro piccolo dobbiamo cambiare le nostre abitudini, migliorandole.

  14. Io allora sono una pazza perché, per me, ogni essere vivente è importante allo stesso modo… non mi vergogno di dire che quando è stata male mia madre e quando lo è stato il mio cane non abbia sofferto nello stesso identico modo quindi per me è essenziale trattare l'”animale” con la stessa educazione, responsabilità e rispetto di come farei con un ‘altro essere umano. Qualcuno griderà all’eresia anche per ciò che ho scritto ma per me è questa la verità. Ti racconterò una bruttissima esperienza che mi è successa qualche settimana fa… Mentre tornavo da lavoro (intorno alle 13:00) ho investito il cane di un signore che stata in una delle campagne adiacenti alla strada, io non l’ho proprio visto mi è sbucato letteralmente da dietro un muretto in pietra e mi sono accorta di lui sono dopo averlo preso. Sono uscita dall’auto disperata, già piangevo, (non credo di aver mai pianto tanto in vita mia) sono corsa verso il cane ed il proprietario dell’animale si è accorto solo all’ora di cosa era successo. Morale della favola oltre all’immensa sofferenza e dolore che ho provato che mi aveva portato quasi a svenire (tant’è vero che quei signori alla fine si sono dovuti occupare di me) quando sono tornata a casa sono stata 5 ore chiusa in una stanza al buio coperta dalla testa ai piedi con un plaid perché non mi capacitavo di ciò che avevo fatto… rivedevo negli occhi la scena e le lacrime del proprietario e stavo malissimo è l’unica cosa che volevo era quello di voler essere punita. Voi riderete ma la sensazione che provavo era di volermi “costituire” che poi sapevo che non aveva senso ma volevo far qualcosa e pagare per il mio errore. E’ stato come se avessi investito un uomo è stato tremendo. Io non riesco a capire come la gente possa sentirsi superiore ad un cane o gatto o coniglio o qualsiasi altro essere vivente è credo che non lo capirò mai!!! Avanti con le critiche xD

  15. Come non condividere il tuo pensiero, cara Romy?
    Ti leggo tanto, ti ho letta sin da quando ho cominciato a cullare l’idea di adottare un coniglietto perchè se è vero che sono una persona fondamentalmente impulsiva in molti aspetti, è altresì vero che alcune cose richiedono e pretendono una profonda riflessione e un impegno che sia “per sempre”. Così ho imparato a conoscere la tua pacatezza, i tuoi modi gentili e il tuo sorriso e non sai quanto conforto ho trovato, dopo l’arrivo in famiglia del nostro Pepe, nelle tue parole, sul minicorso gratuito e su quello che ho acquistato. Le tue parole sono sacrosante ed io le quoto in pieno, convinta come sono che soprattutto per dare un esempio serio e amorevole ai nostri figli sia importante insegnare loro il rispetto per tutte le creature viventi e soprattutto (viva le eresie!) per gli animali perchè ogni nostro gesto scorretto e maldestro può scatenare una reazione se a subirlo è un altro essere umano mentre l’animale è spesso un essere indifeso in balia della nostra cattiva abitudine al sopruso. E non va bene! Che uomo sei – chiederei a mio figlio se mai dovesse (ma ho la presunzione di esser certa che non accadrà mai) abusare della fiducia di un essere indifeso – se ti comporti da vigliacco, se non sai ricambiare un amore incondizionato, provare empatia per un essere così diverso e affascinante, se non provi a guardare con i suoi occhi, a metterti nella sua pelliccia, se approfitti della tua posizione per imporgli il tuo volere?
    E’ giusto, Romy, scrivere di queste cose; è scuotere le coscienze e serve a diventare tutti .
    Grazie di cuore.
    Aspetto con ansia la tua prossima “eresia”.
    Buffetti a Yogurt
    Rossana