Il coniglio

 

Un po’ di storia…

Per prima cosa è importante dire che il coniglio nano non è una specie, ma una razza del coniglio selvatico europeo (Oryctolagus cuniculus). Il coniglio fa parte della famiglia dei Leporidi, dell’Ordine dei Lagomorfi, come la lepre.
Il coniglio selvatico è comparso sulla Terra circa un milione di anni fa, durante il Pleistocene e inizialmente abitava nel Nord dell’Europa, ma a causa delle condizioni climatiche, sfavorevoli ed ostili, si è spostato verso Sud, verso l’area mediterranea, in Italia, Spagna e nelle isole.
Grazie ai navigatori portoghesi, ha viaggiato fino alle isole Canarie, Madera e le Azzorre,  mentre i navigatori normanni gli fecero raggiungere l’Inghilterra nel 1100. Non ci volle molto prima che il coniglio arrivasse anche nel resto dell’Europa e la colonizzasse.
Anche la diffusione del coniglio domestico non è poi tanto recente come si pensa: già antichi poeti e filosofi greci, come Senofonte e Plinio, lo descrivevano affiancandolo al coniglio selvatico e alla lepre, dandogli il nome Oryctolagus cuniculus, mentre Aristotele lo chiamava Oryctolagus dasypus.
Il documento più antico che ci è giunto sul coniglio selvatico è un papiro in cui si può riconoscere un uomo che tiene un animale per le lunghe orecchie, mentre da scritti fenici molto antichi si scopre che quando essi arrivarono sui Pirenei nel 1100 a.C. circa, vi trovarono grandi quantità di conigli selvatici.
Sono però i romani a parlarci dei primi allevamenti in cattività. I conigli venivano allevati in recinti con lo scopo di essere poi mangiati durante feste o banchetti. Anzi, anche se può sembrare una crudeltà, i coniglietti appena nati erano considerati una prelibatezza in quelle occasioni.
Successivamente, il coniglio cominciò ad essere cacciato dai cacciatori, perciò lo si allevava presso le corti europee, per poi lasciarlo libero in occasione delle partite di caccia.
Con il passare del tempo l’allevamento del coniglio fece grandi passi e si arrivò alla creazione di numerose razze suddivise in piccole, medie e giganti a seconda del peso raggiunto (che va dagli 800 grammi delle razze nane agli oltre 4 kg di quelle giganti, come la Bianco di Nuova Zelanda o la Californiana).
Il coniglio però non viene allevato solo per la produzione di carne purtroppo: con il pelo, infatti, si produce la lana d’Angora. Relativamente a ciò si sono diffusi in rete molteplici filmati di aziende estere (ma non solo) che mostrano come avviene (quando non regolamentata) l’attività di scuoiatura del pelo, destando profondo orrore in qualsiasi individuo che voglia considerarsi civile.

Infine c’è il coniglio nano, allevato oggi come animale da compagnia, che si sta diffondendo sempre di più nelle nostre case, per la gioia di grandi e piccini e degli amanti dei conigli come me.

Nel febbraio 2014, Feder F.I.D.A. Onlus in collaborazione con AAE Conigli ha promosso una petizione sulla piattaforma Firmiamo.it, atta a chiedere il riconoscimento del coniglio come animale d’affezione.

L’obiettivo di 10 mila firme è stato raggiunto e superato in pochissimi giorni, segno dell’ormai sempre più crescente diffusione di questo animale nelle nostre case come domestico al pari di cani e gatti e segno del desiderio di molti, non solo volontari delle associazioni animaliste, ma anche privati cittadini amanti degli animali, di voler dare dignità e riconoscimento a questo piccolo animale a cui stiamo imparando a volere sempre più bene.

Visita la pagina della petizione!