La perfetta ragione rifugge gli estremi e vuole che uno sia saggio con sobrietà. Molière
Da che ho memoria cerco di attribuire il giusto peso a emozioni e raziocinio, a sentimenti e obiettività, in modo che la bilancia su cui poggiano sia in perfetto equilibrio. E’ qualcosa di sfiancante, che spesso mina l’equilibrio psichico ed emotivo di una persona (per lo meno il mio); aspirare all’equilibrio e cercare di produrlo e ottenerlo è difficile; cercare di essere sempre giusti, equi e obiettivi è difficile.
In molti mi direbbero: “Chi può dire cosa è giusto e cosa è sbagliato?” oppure “Chi può stabilire cosa è bene e cosa è male in assoluto?”
Ci sono delle correnti di pensiero e filosofiche che si occupano di questi argomenti, come l’etica, ma non ho intenzione di snocciolarti qui una serie di questioni filosofiche.
Voglio invece portare alla tua attenzione solo tre parole che secondo me sono di vitale importanza nella vita in generale e nel rapporto con gli animali (e in particolare i conigli, perché di loro ci occupiamo qui):
RESPONSABILITA’, CONSAPEVOLEZZA, RISPETTO
Spesso mi trovo ad avere a che fare con persone che hanno conigli in casa, che mi raccontano aneddoti e situazioni che per me sono davvero agghiaccianti.
Se è vero che FORSE non esistono il Giusto e lo Sbagliato in assoluto, se è vero che ognuno cresce e alleva il proprio animale pensando di fare il suo bene, se è vero che ciascuno può gestire il proprio animale come meglio crede, è altresì vero, secondo me, che esistono dei limiti e delle regole oggettive di buon senso (o consapevolezza), di responsabilità e di rispetto.
Con questo articolo, mi rivolgo a quelle persone che hanno dimenticato o per qualche motivo non conoscono questi limiti e queste regole.
In particolare, mi rivolgo a coloro che scambiano i propri conigli per bambini, umanizzandoli fino all’esasperazione (dei poveri conigli).
Mi rivolgo a quelle persone che, certe (e cieche) di fare il bene del proprio coniglio, non si rendono conto del male che gli fanno.
Spessissimo io stessa “uso” i bambini come mezzo di confronto, per rispondere alle persone che mi chiedono aiuto e consigli su come si gestisce un coniglio: i conigli sono simili ai bimbi piccoli in molte esigenze e molti atteggiamenti. Hanno bisogno di attenzioni e le cercano mediante le coccole; costruiscono il rapporto con i membri del gruppo di cui fanno parte con specifici atteggiamenti corporei, mediante il cibo, tramite il tempo e le cure che dedichiamo loro; hanno bisogno di una casa sicura, proprio come i bambini.
Però NON SONO bambini! Sono conigli!
L’amore e il rispetto per loro deve essere messo nell’alimentazione che scegliamo per loro, nei medici veterinari cui li affidiamo, nelle cure veterinarie che dobbiamo fornirgli, negli spazi che siamo tenuti a creargli, nel tempo che gli dedichiamo, nelle attività che facciamo insieme a loro.
L’amore e il rispetto si misurano sempre nell’equilibrio, mai negli eccessi, perché si sa: “Il troppo stroppia“, “L’assai basta, il troppo guasta“.
Ecco allora alcune regole oggettive che DOVREBBERO essere rispettate, per garantire il benessere psico-fisico del coniglio, nel rispetto della sua natura, e che ho raggruppato in base alle domande a cui rispondo più spesso o alle situazioni che mi trovo a dover fronteggiare più frequentemente:
1) i conigli DEVONO vivere liberi. Il 100% del loro tempo deve essere trascorso in libertà. Non il 99%, non il 90%, non il 50%. Il 100%.
Questo non significa necessariamente lasciar libero il tuo coniglio di gironzolare in tutta la casa, ma lasciargli uno spazio sufficientemente grande per muoversi fisicamente e interagire con il mondo che lo circonda. Anche l’accesso a una sola zona della casa può essere sufficiente, specie se l’area è ricca di stimoli che arricchiscono la sua quotidianità e la sua vita e accrescono le sue conoscenze del mondo.
Tenere un coniglio in spazi ristretti, senza dargli nemmeno la possibilità di muoversi, per molte ore al giorno, significa trattarlo male; significa privarlo della possibilità di esprimersi liberamente con il corpo, con tutta una serie di conseguenze che ne derivano (problemi comportamentali come rosicchiare le sbarre della gabbia, i mobili, i muri ecc; aggressività nei confronti di cose e persone; apatia; noia; disturbi dell’alimentazione; problemi fisici, come pododermatiti; eccessiva crescita delle unghie che può portare a graffi autoinflitti, ferite, infezioni ecc; condizioni igieniche carenti, con relativi cattivi odori, dermatiti ecc); significa non rispettarlo.
Inoltre, libertà è anche quella di lasciare al coniglio la possibilità di scelta: è lui a dover scegliere quando e dove sdraiarsi, quando e dove riposarsi, quando e dove giocare, quando e dove rilassarsi, quando e dove correre, senza dover che qualcun altro glieli detti.
Se è costretto in un trasportino o una gabbia troppo piccola è assai difficile che possa scegliere. Perciò ti chiedo: per te stesso/a, quanto conta la libertà? Non credi che anche il tuo coniglio abbia diritto di meritarla?
Naturalmente questo non significa nemmeno diventare schiavi del proprio animale; il rispetto deve esistere da entrambe le parti: si tratta di una coesistenza, una coabitazione, una con-divisione, non un annullamento, un annichilimento, una riduzione al volere altrui.
2) I conigli non hanno voce e per questo non sono animali per tutti.
Il loro costo esiguo, i pregiudizi e le idee culturali che si portano appresso, poiché conosciuti e apprezzati per lo più per le loro carni che per la loro capacità di affezionarsi, di donare amore, di fare compagnia, la risaputa facilità con cui si riproducono e per cui sono quindi facilmente “sostituibili” ne fanno vittime inconsapevoli dell’immaturità e dell’inadeguatezza dell’uomo.
Solo le persone dotate di una certa maturità e sensibilità, capaci di ascoltare ed esercitare il silenzio, dovrebbero scegliere un coniglio come animale da compagnia.
Un cane, se soffre, guaisce; un gatto miagola e i loro guaiti e miagolii di sofferenza sono diversi e distinguibili da quelli di gioia o di rabbia.
Il coniglio, se soffre, lo fa in silenzio, sia nella voce, che negli atteggiamenti.
Un coniglio che salta e corre come un pazzo scatenato, come fosse stato morso da una tarantola, esprime tutta la sua felicità e il suo benessere, ma alla persona che non conosce questo atteggiamento, il suo comportamento sembrerà più un sintomo di convulsioni, di malattia.
Il coniglio che se ne sta silenzioso in un angolo e magari digrigna i denti, con ogni probabilità sta male, ma alla persona inconsapevole potrà sembrare rilassato, annoiato o semplicemente tranquillo.
Per questo occorre puntare sulla consapevolezza, perché da essa si genera la responsabilità (“abilità, capacità di rispondere” alle esigenze) e da lì può nascere il rispetto.
3) Il coniglio in natura è una preda.
Quando viene sollevato dal terreno, di solito è perché un predatore lo ha catturato e vuole mangiarselo, perciò sollevarlo in continuazione, tenerlo con le zampe lontane dal terreno può rappresentare un trauma per lui. Questo, i genitori dovrebbero spiegarlo ai bambini che non lasciano in pace un solo secondo i pelosi di casa e dovrebbero allontanarli, se necessario, perché a volte è proprio la distanza ad avvicinare.
In natura i conigli hanno i loro tempi, perché sono animali PRUDENTI: non possono avventarsi sulle cose, hanno bisogno di valutare i pro e i contro di tutto, di ponderare le situazioni, soppesare i vantaggi e gli svantaggi di ogni cosa, perché il minimo errore di valutazione può costare loro la vita. Per questo bisogna RISPETTARE i loro tempi e mai forzarli a fare qualcosa che non vogliono, vincolandoli ai tempi umani.
I conigli devono poter esplorare il territorio, perché ciò li rende consapevoli dei rischi che possono correre e delle opportunità che possono cogliere.
Però, devono poterlo fare secondo i loro tempi, dettati dalla prudenza.
Ecco perché, quando qualcuno mi chiede come fare per conquistare la fiducia del proprio coniglio io rispondo che il tempo e l’interazione, il rispetto e una “distanza presente” sono le chiavi per conquistare il peloso.
Vivere con un coniglio è estremamente gratificante, ma è anche estremamente difficile, perché richiede pazienza, ascolto, intuito, capacità di immedesimazione in una specie completamente diversa da noi.
Si dice che gli uomini vengano da Marte e le donne da Venere, che le due “specie” siano tanto diverse da essere complementari e dio solo sa se non c’è un uomo o una donna sulla Terra che non abbia mai pensato “Io non lo/la capirò mai!“.
Fiumi di libri sono stati scritti sui motivi per cui uomini e donne sono tanto “distanti” e su come è possibile “avvicinarsi” gli uni agli altri. Le regole sono sempre le stesse però, che si tratti di persone o di conigli (o altre specie): Consapevolezza di ciò che si è e di ciò che l’altro; Responsabilità nei confronti di se stessi e dell’altro e Rispetto reciproco, per poter imparare a comunicare (anche fra specie diverse).
Io qui ho voluto darti la MIA visione del “giusto“, quella che spero sia “la perfetta ragione che rifugge gli estremi e vuole che uno sia saggio con sobrietà”, ma sarei felice se lasciassi un commento a questo articolo, per farmi sapere come la pensi tu.
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io qui ho letto il commento di un certo asys che mi ha fatto venire un nervoso!se vedi che tengono un coniglietto in gabbia,(scusa adesso glielo dici e basta),chiami subito qualcuno che lo ritira, un associazione o i carabinieri per maltrattamento,ma scherziamo?glielo ritiri o chiami qualcuno non possono tenerlo senza cibo chiuso,ma chi e’ sta qui che dice li ucciderei e non lo ritira?glielo porti via subito!ma dorme?aspetta che muore?devono prendere una multa!ho letto che c’ e’ la condanna per questo!ma sveglia!e’ complice anche lui o lei chi cavolo e’!non sono peluche i coniglietti,li trattano come peluche,io preferisco trattarla da figlia come dice qui che qualcuno fa,non come oggetto di bellezza e basta!io ne ho ritirato uno perquello ,lo teneva solo come peluche senza cibo ne acqua e questa era gia sta denunciata per maltrattamento di cani ,tartarughe gatti e roditori quali cani prateria ,cavie,topi ecc,non dava da mangiare a nessuno,adesso che gli ho ritirato il coniglietto e’ cambiata ,ha paura che gliene ritiro altri ma a me interessava il coniglietto piu che altro,ora mi chiede come sta,li amava ma non sapeva tenerli .
Cara Romy condivido in pieno tutto quello che hai scritto!
Parto dal presupposto che il rispetto e le cure siano fondamentali in ogni rapporto, a maggior ragione quando si ha a che fare con un animaletto che abbiamo consapevolmente scelto di far entrare nella nostra vita!
Mirtilla é per noi un una magnifica esperienza del tutto nuova ma ce la stiamo mettendo tutta e con il tuo aiuto cercheremo di darle il meglio!
E quando in risposta alle mie coccole mi da tante leccatine sul viso sento di essere sulla strada giusta 😉
Laura
Ho conosciuto il mondo dei conigli da poco tempo…io ne ho una che adoro e tra un pò ne prenderò un’altra per farle compagnia e soprattutto per avere il privilegio di essere considerata parte del loro gruppo….farò degli errori con loro ma tutti nel rispetto di questi piccoli esserini per migliorare il nostro rapporto …Bello l’articolo e mi auguro che tanti che prendono un coniglio o altri animali riescano a capire se sono esseri viventi che sanno dare tanto amore e non dei giocattoli….Ho insegnato a mio figlio fin da piccolo ad avere rispetto per gli animali e lui ha capito, considera i nostri amici pelosi come parte integrante della famiglia e come tali vanno rispettati …..Ciao e grazie.
Buongiorno Romy,
ho letto il tuo articolo tutto d’un fiato e condivido assolutamente ogni parola che hai scritto.
In qualità di mamma umana di Bunny posso solo ringraziarti perchè hai saputo davvero cogliere l’essenza del messaggio da trasmettere a chi ha il privilegio e l’onore di condividere la propria vita con un coniglietto da compagnia e che, di conseguenza, ha il dovere e l’onere di favorire al meglio il suo benessere psico-fisico-emozionale-relazionale. Posso solo aggiungere altri due aggettivi con i quali mi piace definire la personalità e il carattere dei coniglietti: riflessivi e intelligenti. Liliana, Bunny e C.
Articolo ben scritto e molto esaustivo…dovrebbe essere letto da chi intende avvicinarsi al mondo dei conigli…mi è capitato di sentir dire… avere un coniglio è come avere un gatto!
ti capisco benissimo! Il freddo che sta per arrivare può non rappresentare un problema se il coniglio è abituato a stare all’aperto e viene dotato di ripari adeguati, all’occorrenza, ma lasciarlo solo tutto il giorno senza acqua né cibo, alla calura estiva… ci lasciassero la figlia in quelle condizioni!
(non so essere sempre diplomatica nei miei commenti…)
Prova a segnalare la cosa all’ENPA della tua zona (è l’ente nazionale per la protezione animali). Magari possono fare qualcosa loro, oppure segnalarti qualche altra alternativa…
I conigli sono animali sociali e socievoli e si affezionano come gli altri animali. Sanno dare amore e lo cercano e l’interazione con loro può raggiungere livelli molto alti se solo ci si mette un po’ di impegno…
E’ bello che vi cerchi per stare con voi. Significa che sta bene e la fate sentire a suo agio e protetta 🙂
Avete mai pensato di prenderle un recinto e adibire magari una zona della casa (la cucina o il bagno) per le sue notti, in modo da non doverla chiudere in gabbia? Yogurt, che è abituato sin da piccolo a stare all’aperto, passa le notti sul balcone, con i suoi giochi e i suoi passatempi, e la gabbia è aperta per permettergli di gestire lo spazio come crede, per mangiare e scaricarsi. Oppure anche un cancelletto che separi le stanze della casa, in modo da poter lasciare Pallina in una stanza, ma senza darle la possibilità di andare in altre… così potete riposare in pace e lei potrebbe comunque avere molto più spazio a disposizione… (poi magari ha una super gabbia da 3 m x 3 m… allora sarebbe tutta un’altra storia…)
Mi sembra giustissimo Elena e risponde a tono anche a tutti coloro che strabuzzano gli occhi di fronte a un coniglio come animale da compagnia e chiedono “ma… è come un gatto?”… “No, signora/e, è come un coniglio. Punto.” Purtroppo il coniglio sembra non essere nemmeno degno di avere una sua personalità e un suo posto nel mondo, figuriamoci nelle nostre case come pet… ma le cose cambieranno… ci vuole tempo, ma cambieranno! 😀
Un’esperienza bellissima la vostra e piena di responsabilità. Tante persone quando nasce un bimbo mettono gli animali in secondo piano, dimenticando o non pensando che possono far parte della famiglia a tutti gli effetti, come la vostra famiglia dimostra ^_^ Fortunata Neve a crescere con due genitori come voi e che bellissimo nome! ha una storia particolare? 🙂
Ti ringrazio Alberto. Mi fa piacere che aiuti a riflettere.. era proprio il mio obiettivo!
Hai ragione. I nostri vicini tengono il loro coniglio in modo agghiacciante…
E’ stato fuori una settimana sotto il caldo estivo con solo un panno sulle reti, nel giardino… non aveva acqua… niente cibo… La notte, quando non mi vedeva nessuno, correvo giù (siamo in una palazzina) e gli davo tutto fresco (niente fieno, mai dato a quella povera bestia) e il coniglietto beveva per minuti interi quasi a strozzarsi dalla sete.
Mio padre voleva chiamare i carabinieri, ma sentendolo hanno iniziato a prendersene cura.
Inutile dire che il coniglio è fuori adesso col freddo… non so come fare… Lo tengono sempre lì, oppure in una gabbietta microscopica…
Non sono cambiati per niente.
Hanno preso la coniglietta alla mocciosa che non se lo fila neanche a pagarla, e ora sta lì.
E lei si lamenta che la morde e la graffia, ma che cavolo…
La mia coniglietta mi dà i bacini e dorme con me, figurarsi…
Credimi, vorrei ucciderli.
Sono perfettamente d’accordo con tutto quello che hai detto. All’inizio quando ho presa Pallina, è così che si chiama la mia coniglietta, non sapevo molto di come comportarmi, ma sapevo che volevo cercare di darle il massimo. Sono partita con una gabbia davvero piccola, ma mi sono resa conto che per lei doveva essere insopportabile e così le ho comprato una gabbia molto più grande, dove può muoversi abbastanza liberamente. Ormai la chiudo solo di notte, perchè atrimenti mi salta sul letto e non mi fa dormire!per tutto il resto della giornata gironzola per casa e fa lunghe corse con piroette avanti e indietro 🙂 . Inoltre quando sta da sola in una stanza, ci raggiunge subito dove siamo noi, adora stare in compagnia!! e tutti noi adoriamo lei 🙂
Il rispetto e la consapevolezza dovrebbero farla da padrona in tutti quegli ambiti ove ci si accolla l’onere e la responsabilita’ e il piacere di prendersi cura di una bestiola che si trov aa dipendere da noi …troppo spesso vengono fatte scelte di convivenza sbagliate perche basate su motivazioni sbagliate.. ho diversi amici animali con me ,che condividono le mie giornate e, come per i componenti umani,anche loro sono parte integrangte della famiglia.Ognuno con la sua natura e personalita’..il coniglio fa il coniglio il cane fa il cane ..cosi il gatto e il piccolo criceto…a nessuno viene chiesto di fare altro…e nemmeno io mi metto ad abbaiare se suonano alla porta ….
La mia coniglietta Titò vive con me, mio marito e da qualche mese con la nostra piccola bimba che si chiama Neve. Quando ero incinta molti mi hanno chiesto dove avrei messo Titò una volta nata la bimba, la mia risposta è sempre stata la stessa: Titò fa parte della nostra famiglia e non andrà mai da nessuna parte senza di noi nè tanto meno la darò via alla nascita della bimba.
Titò è padrona incontrastata di tutta la casa compresi letti e divani e quando Neve piange mi viene a cercare; anche se all’inizio era un po’ gelosa adesso è meglio di un cane da guardia. Adesso che è con noi non saprei immaginare la nostra casa senza di lei e quando andiamo in vacanza cerchiamo strutture che accettino animali altrimenti non andiamo.
Elena
Bellissimo e profondo articolo, mi ha fatto pensare molto. Grazie.