Lo spunto per questo articolo me lo ha dato una ragazza che mi ha scritto per chiedermi consigli su come predisporre al meglio l’alloggio per una coppia di conigli che vorrebbe adottare, perciò la ringrazio (sicuramente lei si riconoscerà).
Non vorrei passare per ingenua, ma già una persona che pensa di adottare una coppia di conigli è una notizia meravigliosa. Almeno per me.
Se poi la persona dimostra anche di essere dotata di buon senso e sensibilità, di volersi occupare con serietà dei conigli che adotterà, facendoli seguire da un medico veterinario esperto in animali esotici, di preoccuparsi di chiedere suggerimenti e consigli su come trattarli al meglio possibile, nel rispetto delle loro caratteristiche ed esigenze, cosa si può volere di più dalla vita?
Spesso però le buone intenzioni, anche se dimostrate, sembra non bastino e a guastare la “festa” intervengono i pregiudizi, le discriminazioni e una specie di pessimismo cosmico dettato da esperienze negative pregresse che, invece di proteggere i conigli, non fanno che alimentare, a parer mio, l’astio, produrre noia e fastidio, oltre che contribuire a “tirarsi addosso” una cattiva reputazione (con le conseguenze connesse).
Non ci stai capendo niente? 🙂
La ragazza in questione è macchiata dalla grave colpa di avere dei cani, il che la rende una candidata assolutamente improponibile per l’adozione di una coppia di conigli.
Sono davvero molti i casi che mi sono capitati, sia direttamente, che indirettamente, in cui varie associazioni sul territorio hanno negato l’adozione o l’affido di conigli a persone che hanno dei cani in casa.
In quest’occasione, voglio dire come la penso io.
E’ ovvio che non sono così ingenua da pensare che “il primo che capita” vada bene per adottare un coniglio.
Quante volte ho ripetuto e insistito che i conigli non sono animali per tutti? Servono persone dotate di particolare sensibilità e buon senso per affiancare un coniglio.
D’altra parte mi sembra che negare a un coniglio la possibilità di essere adottato, di trovare una casa, una famiglia e una relazione affettiva e a una persona la gioia di donare amore, tranquillità e serenità a un animale sia un gesto veramente poco sensibile e non so quanto davvero abbia a che fare col buon senso.
E’ chiaro che prima di dare in adozione un animale va valutata la situazione e la persona o la famiglia che si è resa disponibile all’adozione; è chiaro che vanno considerati diversi aspetti e che i fattori che incideranno sulla decisione di “cedere” l’animale agli adottanti sono parecchi.
Bisogna capire se le persone sono disposte a seguire e curare l’animale, a rivolgersi a veterinari specifici, a garantire all’animale le condizioni di base di rispetto, necessarie al suo benessere (dall’alloggio, all’alimentazione, dalla salute al benessere psico-fisico…), ma non mi sembra che discriminare le persone perché hanno dei cani, piuttosto che dei gatti, piuttosto che dei bambini o altro sia corretto.
Moltissime volte vedo negare la possibilità di adottare dei conigli a chi ha degli animali potenzialmente “pericolosi”.
E’ vero che il coniglio è una preda e il cane (o il gatto, o l’uomo!) è un predatore, ma non significa che non possa essere possibile una serena ed equilibrata convivenza.
E’ vero che il coniglio è una preda, ma non vuol dire che se c’è un giardino a disposizione in cui farlo scorrazzare, non ce lo si può mettere perché – “Ommioddio! E se arriva un falchetto/una volpe/una faina/un gatto di notte?”.
E’ vero che il coniglio è più delicato di altri animali, ma non vuol dire che se ci sono in famiglia dei bambini di età inferiore ai 15 anni, lo stresseranno a priori a più non posso e gli faranno passare l’inferno.
Credo che invece di vietare e rifiutare e negare, il ruolo di chi è in cerca di una famiglia per i conigli dovrebbe essere quello di valutare e contestualizzare. Sempre. Se necessario, fare dei sopralluoghi, dei preaffidi, anche più di una volta e conoscere più approfonditamente il candidato che si è offerto di adottare.
Credo che la serietà si misuri dalla capacità di valutazione e di presa di consapevolezza, dall’eventuale assunzione di rischio e dall’abilità, se mai, di limitare i rischi per incrementare gli esiti positivi.
Credo che il ruolo delle persone (privati o che operano in associazioni di volontariato) a cui è chiesto in adozione un coniglio debba essere quello di “consulenti” che sostengono il processo di inserimento dell’animale nella famiglia e nella società, debba essere propositivo e di mediazione, di valorizzazione e di integrazione dell’animale, non di pregiudizio e di negazione.
Ritengo indispensabile l’affido responsabile, ovvero che ci sia da parte di chi chiede di adottare un animale, nel nostro caso dei conigli, la conoscenza dell’animale che vuole adottare; conoscenza come assunzione di responsabilità.
Ma soprattutto ritengo che sarebbe più utile da parte di chi ha a cuore il benessere degli animali lavorare maggiormente sul concetto di fiducia: fiducia nelle proprie capacità di mediazione; fiducia nei confronti delle persone che dimostrano di avere sensibilità e responsabilità; fiducia nei confronti degli animali che “cedono”, nella loro capacità di adattamento e nel loro desiderio di abbandonarsi alle cure di persone consapevoli; fiducia nei confronti degli animali già presenti nelle case di queste persone, nella loro capacità di comprendersi, interagire e comunicare, anche inter-specie.
Tu cosa ne pensi? Sono curiosa di conoscere la tua opinione in proposito e magari può anche essere l’occasione per raccontare una tua esperienza personale.
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Alla prossima,
Romy & Yogurt

Ciao Simona,
la principale osservazione che si fa di solito nei casi come il tuo, cioè dove in famiglia il coniglio si relaziona con un bambino al di sotto degli 8-10 anni, è che i bambini a quell’età non sanno ancora bene regolare e dosare l’intensità della relazione, della presa, della coccola, della carezza.
E’ però naturale che se alle spalle del piccolo umano c’è un adulto che sorveglia la situazione ed è pronto a intervenire se necessario e c’è alla base l’educazione al rispetto e una sensibilità al buon senso tutto fila liscio come l’olio e i rapporti e le relazioni che si possono instaurare sono davvero speciali!
Sicuramente il legame che c’è tra tua figlia e Bugs è di questo tipo e promette di rafforzarsi sempre più, perché è basato sulla fiducia che Bugs ha nei suoi confronti. Magari lei non è ancora sufficientemente grande da potersi assumere la responsabilità di nutrirlo, pulirlo e offrirgli le cure necessarie, ma da quanto scrivi e lasci intendere, è sicuramente ben educata dai suoi genitori all’approccio e alla relazione.
I bambini, tra l’altro, se hanno l’opportunità di relazionarsi con un animale fin dalla tenera età, imparano moltissimo: sono molteplici, infatti, le componenti emotive che animano i sentimenti provati dal bambino nei confronti dell’animale. Tra queste prevale il bisogno di sentirsi considerato e amato,
contrapposto a quello di possedere il proprio amico, anche fisicamente: da qui scaturisce un’interdipendenza che mette il cucciolo d’uomo nelle condizioni di stabilizzare i propri stati d’animo e, alla fin fine, il proprio subconscio. È un atteggiamento che, talvolta, può portare a degli eccessi, che mal si conciliano con la soglia di tolleranza dell’animale e questo insegna al piccolo a misurare i propri comportamenti e – da ultimo – a rispettare l’animale.
Andrea, che dire? Hai espresso meravigliosamente il mio pensiero (forse anche meglio di me)! Hai condiviso la tua personale e diretta testimonianza, che è senz’altro positiva e che per questo rappresenterà per tutti un incoraggiamento. Hai detto benissimo: i parametri e i criteri da valutare per concedere o negare un’adozione non devono basarsi sugli animali, ma piuttosto sulle persone umane, sulle loro motivazioni, sulle loro decisioni, sul loro modo di comportarsi, sul loro “profilo psicologico” e sulle relazioni che hanno già instaurato con eventuali animali che hanno in casa.
Ricordiamoci che un animale equilibrato e sereno è la conseguenza diretta di un padrone/compagno umano equilibrato e di una relazione equilibrata.
Non significa necessariamente che sia sottomesso, che faccia solo quello che gli si dice, che se ne stia fermo in un angolo: come evidenzi tu stesso e come predico sempre anch’io, ogni animale è un individuo a se stante con un suo temperamento, con un proprio carattere e con i propri gusti, che vanno assecondati o corretti a seconda dei casi, ma mai snaturati.
Grazie per il tuo commento. Mi auguro che in molti rifletteranno positivamente sulla tua esperienza e potranno trarne benefici e conclusioni felici e positive ^_^
Sono perfettamente d’accordo con te Milena: la famiglia perfetta bisogna crearla e il ruolo di chi si impegna ogni giorno per recuperare, salvare e trovare una casa ai coniglietti abbandonati, come quello di chi si occupa di animali (tutti) in generale dovrebbe essere proprio quello di “accompagnare” le persone nella conoscenza e nella consapevolezza che servono per accudire questo o quell’animale.
Certamente però ci deve essere l’impegno da parte delle persone ad assumersi la responsabilità ed eventualmente a praticare insieme agli enti, alle associazioni o agli esperti, un percorso conoscitivo specifico prima di portare a casa un determinato animale. Come dire… servono certi requisiti imprescindibili.
Non sai quanto sono felice di leggere la tua esperienza Elena! MI auguro davvero che il caso riportato che mi ha offerto lo spunto per scrivere questo articolo sia, se non isolato, sporadico e che invece siano la maggioranza le esperienze come la tua 🙂 Congratulazioni e in bocca al lupo per il nuovo arrivo atteso a giorni 🙂
Un abbraccio!
Sono sicura che la fiducia sia fondamentale per far adottare dei coniglietti e non è giusto escludere a priori una famiglia soltanto perché ha altri animali in casa! La fiducia dovrebbe basarsi sul preaffido e spero che la situazione di questa ragazza cambi e che possa adottare la coppia di coniglietti!
Ciao Romy. Io ho da poco un coniglio nano e una bambina di 4 anni. A tutti i costi voleva un animale, poi abbiamo visto il ns. Bugs ed è stato amore a prima vista. È vero tengo sempre d’occhio Alessia e il piccolo, facendo un sacco di raccomandazioni su come ci si deve comportare con un coniglio, ma ti posso rassicurare che il rapporto tra i due è davvero speciale. Alessia lo chiama “il mio eroe” e giocano sempre insieme. E ti assicuro che se lei non lo guarda , è lui che la va a cercare. Un rapporto più bello di così!!!
Annarita, ti ringrazio di cuore per il tuo racconto: è sicuramente una spinta positiva e un incoraggiamento per tutti coloro che hanno paura di far avvicinare i propri cani e coniglietti. Spesso le due specie vengono tenute separate, ma è sufficiente essere dotati di un buon equilibrio e aver educato bene i propri cani e la convivenza non solo può essere serena, ma anche stimolante e costruttiva 😉
Bravissima!
Grazie Elena per la tua testimonianza. Sono davvero lieta di sentire che ci sono anche associazioni ed enti che promuovono l’interazione e permettono la convivenza inter specie 🙂 continuate così!
Qual’è la preda per eccellenza se non un cucciolo?! E di qualsiasi specie animale intendo, anche l’uomo! E quante volte abbiamo assistito o sentito parlare di cani adulti che esercitano il loro istinto di protezione nei confronti di cuccioli di altra specie?!…che proteggono e sorvegliano la culla di un bambino o la cucciolata di un gatto?! Perchè partire prevenuti sulla convivenza di un animale con un coniglio?!
Quando le mie sorelle erano neonate, il pastore tedesco dei miei genitori non abbandonava mai la loro culla! E guai ad avvicinarsi senza “identificarsi”! : )..Aska, invece, la cagnolina che è cresciuta con me (una bastardina presa dal canile), abbaiava a chiunque alzasse un braccio in mia direzione, abbaiava e rincorreva le mucche che uscivano dal recinto fino ad istigarle a rientrare…la cosa bella è che poi ne leccava il muso ad ognuna! (la mia famiglia ha un allevamento di bovini per la produzione di Parmigiano Regg. e capita, se pur raramente, che le mucche riescano ad uscire dai loro box)..ma, sono rimasto a bocca aperta quanto ha ceduto la sua adorata cuccia alla nostra gatta ,nella notte in cui ha partorito! Si è sdraiata accanto alla micia sul pavimento freddo! Per un “gatto”!! Un cane che fa questo per un gatto!! Perchè non per un coniglio!?
La mia micia (la stessa che ha partorito) è un amore e scoppia di felicità! Ha la possibilità di stare in cortile, di cacciare di notte in campagna e di stare al caldo in casa quando vuole. Il punto è che sa che non deve fare nulla che vada oltre i suoi limiti, oltre ciò che è tabù. E sono sicuro che non si azzardebbe a sfiorare con “cattive intenzioni” un coniglio che è amato e curato dal suo padrone, anzi, ci farebbe amicizia.
Preciso, comunque, che paliamo di animali fatti di istinti e caratteri! Non nego che in qualche occasione un “incidente” possa succedere, ma è un rischio che fa parte della natura delle cose! Spetta a noi uomini esercitare la ragione ed il buon senso per evitare che questo accada! Se per esempio facciamo convivere un coniglio con un cane che non fa altro che rincorrere aggressivamente dei gatti, o con un gatto praticamente selvatico, o con un furetto non addomesticato o (spero che la mente umana non arrivi mai a questi livelli) nella teca di un serpente! Facciamoci delle domande!! Vi prego non diamo la colpa a questi animali!!
Ricordiamoci sempre che un animale reagiscie, cresce e si comporta prima di tutto in base al clima ed alle sensazioni che percepisce e che sono instaurate e dettate dal padrone! Dal “capo”!..Serenità, tensioni, agitazione ecc..ma ricordiamoci anche che un animale può imparare! delle regole, dei tabù, spazi, limitazioni e libertà e…indovinate un po’?…è proprio al padrone che spetta questo insegnamento!
Con questo non voglio assolutamente dire che chi ha animali domestici troppo scalmanati o “maleducati” sia per forza un pessimo insegnante e “capo” (dipende anche dal carattere dell’animale, ci sono quelli più predisposti all’apprendimento delle regole e con i quali è molto più semplice la partita), ma che
RITENGO ASSOLUTAMENTE RETROGRADE, INFONDATO E ASSURDO IL RAGIONAMENTO SECONDO CUI SI E’ DELIBERATO, O SI DELIBERA, L’IMPOSSIBILITA’ DI ADOTTARE CONIGLI DA PARTE DI CHI E’ GIA’ IN POSSESSO DI ANIMALI QUALI CANI E GATTI!
ROMY, APPROVANDO A PIENO QUELLO CHE HAI SCRITTO NEL TUO ARTICOLO, CONCLUDO SOSTENENDO CHE,
SE PROPRIO DEVONO ESSERCI PARAMETRI DA ANALIZZARE PER PERMETTERE QUESTE ADOZIONI, NON DEVONO DI CERTO RIFERIRSI ALLA PRESENZA DI ALTRI ANIMALI NELL’ABITAZIONE, MA, PIUTTOSTO ALLE PERSONE (intenzioni, stili di vita, motivi per cui si sceglie di adottare ecc..) CHE LA ABITANO. GIUDICARE INOLTRE LA SCELTA DI ADOZIONE DI QUELLA RAGAZZA SOLO PERCHE’ HA GIA’ DEI CANI….E’ ASSURDO…
Ciao!!!
Un saluto da Andrea, Katy e il piccolo Rocky!!
io credo che le associazioni che si occupano di trovare casa agli animali siano uno dono del cielo.
e trovo che si impegnino tantissimo affinché i piccoli finiscano in una famiglia adeguata.
ma c è da dire che a volte hanno delle pretese eccessive. innanzi tutto non tutti studiano mesi come accudire un coniglio prima di prenderne uno -x me è stato così- ma non x questo sono persone irresponsabili. sono solo persone che vanno informate. se si vuole trovare la famiglia perfetta non bisogna pretenderla, bisogna crearla. si sceglie la famiglia in base alle motivazioni e al carattere, e le si insegna come fare. nessuno nasce imparat, come si punk dire
È bello condividere esperienze, punti di vista, perchè in tal modo si rende possibile prendere decisioni con un po’ più di “cognizione di causa”….ed “effetto” mi verrebbe da aggiungere! 🙂
Non so a quale associazione si sia rivolta la persona di cui si parla nel post, ma da quello che ho vissuto come esperienza personale avere altri animali in casa non pregiudica necessariamente un’adozione.
Io ho una famiglia con quattro figli di cui due sono minori di quindici anni, quando ho chiesto di poter adottare una coniglietta mi hanno fatto compilare un modulo dettagliato in cui veniva, appunto, richiesto il numero dei componenti della famiglia e le età, quali animali vi fossero già presenti, e come avrei gestito il nuovo arrivo e l’eventuale convivenza.
Oltre ai bambini, all’epoca, avevo anche due cani (uno è venuto a mancare…) ed un coniglietto maschio per il quale chiedevo una compagna. Non ho avuto riscontri negativi ma, invece, tanta disponibilità sia nella scelta della nuova niglia (c’è da dire che non ho avanzato preferenze particolari), sia nell’organizzazione della staffetta per portarmela che nel supporto post adozione. Ancora adesso sono in contatto con i volontari dell’associazione. Nel frattempo la mia famiglia lapina è aumentata di un ulteriore elemento e sono in attesa di un’altra adozione che dovrebbe arrivare a giorni. Mi spiace che l’esperienza vissuta per quella ragazza sia stata negativa…
Vi racconto la mia esperienza… avevamo due cagnoloni in giardino, Ian e Rudy, io che ero molto piccola e volevo un animaletto adatto alla mia “misura” ho convinto i miei genitori a prendere un coniglietto, Ghoan. I miei genitori mi costringevano a giocare cn lui in casa, a tenerlo sempre dentro, quando volevo giocare in uno spazio ampio lo portavo giù in garage… Un giorno ero da sola in casa, armata di coraggio e fiducia presi Ghoan e uscì in giardino… Ian e Rudy si avvicinarono immediatamente, alla vista di Ghoan cominciarono ad abbaiare, ma io convinta di ciò che stavo facendo mi rivolsi a loro e cn un tono super dolce (dovuto anche alla paura 😉 ) cominciai a dire “non si tocca, è piccolino, non si tocca è piccolino” lo ripetevo in continuazione, intanto avvicinavo Ghoan ai loro musi… quando lo misi per terra cominciarono a leccarlo e a giocare cn lui! Da quel giorno ho sempre avuto i coniglietti in giardino cn i cani… e vi dirò di più, Ian e Rudy erano super protettivi con lui! Una volta mentre Ghoan dormiva sull’erba Rudy andò a prenderlo come fanno le mamme e lo portò nella mega cuccia dove dormivano tutti insieme :’)
Io da un po’ di tempo lavoro al ENPA e devo dire che tantissimi dei nostri soci hanno animali di specie diverse che convivono pacificamente..sta alle persone mettere le basi perché gli animali possano essere sereni nell’ambiente in cui si é scelto di farli vivere e con gli altri esseri viventi con cui devono coabitare..quindi si penso che la fiducia,il buon senso e un po’ di impegno a far funzionare le cose siano basilari e necessari..
Grazie Serena per aver condiviso il tuo pensiero 🙂
Il tempo, la pazienza e l’amore per gli animali vogliono sicuramente dire molto e fanno la differenza, ma come dici tu “si può fare”. Certo, vanno valutate anche le disponibilità ad applicarsi e dedicarsi delle persone, la buona volontà e la promessa di impegnarsi a fondo, ma la convivenza tra specie diverse è possibilissima.
La frase con cui hai concluso il tuo commento è significativa e piena di maturità secondo me. Racchiude in sé la giusta consapevolezza e coscienza: magari per mancanza di tempo, magari per carattere e predisposizione personale (qualsiasi sia la motivazione è sacrosanta e indiscutibile), l’importante è sempre essere coscienti delle risorse che si hanno a disposizione e agire coerentemente.
Una delle mie migliori amiche ha un coniglio ( da sette anni) , due gatti (da due anni) e un cane (da un anno). La famiglia è cresciuta pian piano, i gatti li ha trovati abbandonati davanti alla porta di casa, il cane è stato salvato da una perreira (una cagnetta anziana, molto tranquilla e silenziosa) ma nonostante questo non è stato semplice creare le condizione in cui potessero vivere sereni. Il coniglio vive diviso dagli altri animali al piano superiore e trovare il tempo da dedicare a tutti, dare a tutti le necessarie attenzioni, garantire a tutti gli spazi non è facile e vedo che richiede moltissimo impegno ed assorbe gran parte del tempo libero. Non è certo una cosa che consiglierei a tutti perchè la dedizione che richiede è notevole: amore, convinzione, pazienza, fiducia, disponibilità sono doti richieste in maniera massiccia però posso dire di aver visto con i miei occhi che “si può fare” anche se non è facile. Devo anche dire però che io non ci proverei, preferirei far convivere animali della stessa specie o comunque più facilmente compatibili.